Rabbia repressa in psicologia: significato e come combatterla?

Rabbia repressa in psicologia: significato e come combatterla?

La psicologia umana richiede attenzione e delicatezza, Freud diceva:“Non è tanto facile suonare lo strumento della mente.” Andiamo a conoscere più da vicino un sentimento che pervade la maggior parte degli esseri umani, la rabbia.

Da dove viene la parola rabbia?

Dal latino: rabahas che significa “impeto”. Ed in effetti se ci pensiamo usiamo spesso la citazione “impeto di rabbia”.  Affiancata alla parola rabbia, troviamo spesso la parola collera, che può definirsi quasi un sinonimo, e anche esse viene dal  latino cholera che significa “bile”, e sempre rimanendo in tema, sappiamo bene che quando siamo arrabbiati il primo dolore fisico che avvertiamo è allo stomaco, come se andasse in fiamme. Ma la rabbia, fondamentalmente, che cos’è e da dove proviene?

Che cos’è la rabbia e da dove nasce?

Innanzitutto potremmo catalogarla come un’emozione seppur negativa, ed è considerata anche un’emozione fondamentale e tipica dell’essere umano, anche perchè per la stragrande maggioranza dei casi se ne può individuare un motivo, un’azione o un evento scatenante. Inoltre è considerata e definita un’emozione precoce,che presuppone, quasi sempre, una reazione priva di inibizioni, non si bada a cultura ed educazione quando si è arrabbiati. Nessuno mai analizza, il ceppo della rabbia. Ci siamo mai chiesti da dove nasce? Bene. Solitamente nasce da una particolare frustrazione emotiva o fisica dell’essere umano,che talvolta attribuiamo ad un altro essere umano e questa attribuzione ci porta ad essere arrabbiati, con una persona fisica. Diversamente, talvolta capita di  essere arrabbiati con se stessi, ed è un atro genere di frustrazione quella che prende il sopravvento in quel momento, legata ad un limite che non si riesce a superare, per esempio.

Quanti tipi di rabbia esistono?

Nessuno è in grado di decifrare i segnali delle nostre emozioni, ma di certo siamo in grado di capire un’emozione precisa da dove viene. La rabbia è di diverse tipologie, più acuta o meno acuta sicuramente, andiamo a conoscerle: la rabbia da frustrazione è la prima e si manifesta quando non siamo in grado di fare una determinata cosa e come dicevo prima, siamo arrabbiati più che con gli altri, con noi stessi; la rabbia legata al risentimento nei confronti di una persona, per lo più quando la persona interessata è a noi cara (parente, amico stretto, compagno/a di vita); la rabbia legata ad una sfida quindi quella che può essere però trasformata in sano agonismo sportivo per esempio; la rabbia legata all’indignazione, per un torto subito, o un’ingiustizia grave alla quali si è assistiti impotentemente; e ultima la rabbia repressa, quella che probabilmente può far più danni delle altre sia emotivamente che talvolta fisicamente.

Che cos’è la rabbia repressa e come la si può controllare?

La rabbia repressa è una rabbia che tendiamo a tenere dentro per diverse motivazioni, anche banali e quotidiane che generano emozioni che non siamo in grado di canalizzare. Ed è tendenzialmente molto pericolosa perchè può provocare scatti di ira incontrollata, fino a portare ad alterazioni del comportamento in modo patologico. Non esiste un motivo effettivo per cui tendiamo a reprimere la rabbia, lo facciamo per paura di deludere qualcuno oppure per educazione nei confronti di qualcun altro, quindi il modo di controllarla è banale ma efficace:  è bene parlare dell’evento che vi genera rabbia, nel momento in cui si manifesta e non aspettare di scoppiare.

Per concludere, esprimersi sempre, in qualsiasi circostanza negativa o positiva, per non scoppiare in modo incontrollato, è il miglior modo di curare emozioni negative che possono essere dannose al nostro corpo e alla nostra mente.

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