Pensioni: novità quota 100, cosa prevede la nuova proposta di legge?

Pensioni: novità quota 100, cosa prevede la nuova proposta di legge?

Le pensioni quota 100, in sintesi, è una proposta che mira ad anticipare l’età della pensione per i lavoratori iscritti ai fondi di previdenza, che siano obbligatori, esclusivi o sostitutivi. A promuoverla è stato il deputato Cesare Damiano, mettendo fine alla Legge Fornero.

Cosa prevede il disegno di legge

Le pensioni quota 100 dovrebbero ripristinare il sistema delle quote, in modo da sommare l’età anagrafica del lavoratori e rapportandola agli anni di contributi, in modo da raggiungere il giusto valore per terminare con il lavoro.

In base alla proposta, i lavoratori, per ricevere la pensione, dovrebbero avere un’età minima di 64 anni, e aver versato i contributi per trentasei, oppure la quota 100 andrebbe estesa solo ad alcune categorie di lavoratori, come chi svolge impieghi gravosi, invalidi o disoccupati. Un’altra possibilità è quella di ricalcolare la percentuale delle pensioni.

In pratica, la riforma quota cento permetterebbe a lavoratori dipendenti di andare in pensione dopo trentasei anni e sei mesi di contributi, riuscendo ad andare in pensione a 63 anni e mezzo. Infatti, si dovrebbe arrivare a quota cento sommando l’età e i contributi (63,5 + 36,5 =100). Per i lavoratori autonomi, la pensione si potrebbe raggiungere a 62 anni e sette mesi, con trentacinque anni di contributi.

Lo scopo è quello di dare una forma ad un pensionamento anticipato vantaggioso, a differenza di quello attuale. In questo modo, i lavoratori potrebbero andare in pensione anche tre anni prima, senza ripercussioni.

Cosa cambia?

Una proposta del genere potrebbe permettere ai lavoratori di andare in pensione in anticipo, senza ripercussioni, ma la quota 100 ha suscitato non poche polemiche.

Tra i primi, a commentare, c’era proprio Elsa Fornero, che ha dichiarato che la quota 100 sarebbe possibile, ma non poche difficoltà. Matteo Salvini, invece, vorrebbe “smantellare” la Legge Fornero pezzo per pezzo.

Nel maggio 2018, il presidente dell’INPS, Tito Boeri, ha rammentato a tutti che una proposta del genere, potrebbe arrivare ad un costo di quindici miliardi all’anno, per poi passare a venti. La Banca Centrale, invece, sostiene che la spesa previdenziale, potrebbe abbassarsi, visto l’incidenza del PIL (che è al 16 %).

In pratica, sul fatto che la quota 100 sia un imbroglio o un vantaggio, sembrano esserci i pareri più discordanti, nel mondo politico. E’ difficile capire cosa pensano gli italiani, visto che per alcuni potrebbe essere indubbiamente vantaggiosa, mentre altri potrebbero essere di parere contrario. I giovani, in particolare, avrebbero motivo per mostrarsi diffidenti.

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