Indice FTSE MIB sotto i 18000 punti

Circa un anno fa, nell’aprile del 2015, l’indice FTSE MIB, il principale indicatore delle prestazioni della finanza italiana, si attestava su un promettente 23 mila punti, frutto di una tendenza in continua crescita.

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A distanza di dodici mesi, le quotazioni dello stesso indice si collocano sotto i 18 mila punti, facendo registrare un netto calo di più di 5 mila punti in chiave annuale. Gli analisti finanziari tendono ad attribuire questo trend ribassista alle turbolenze economiche che hanno caratterizzato l’ultimo periodo: il ridimensionamento della produzione industriale del colosso cinese, in grado di influenzare l’andamento dell’economia globale, l’abbassamento costante  del prezzo del greggio, le vicissitudini del comparto bancario in Italia, la perdurante deflazione europea e la mancata crescita economica in Europa.

La spiegazione del valore odierno dell’FTSE MIB

Altri osservatori tendono invece ad argomentare l’attuale valore del FTSE MIB con delle spiegazioni di natura tecnica: gli andamenti delle quotazioni di azioni e indici (vai qui per analizzarli in tempo reale e capire come funziona questo settore: http://www.diventaretrader.com/come-comprare-azioni-in-borsa.html) rispondono a delle tendenze cicliche e statistiche che ne regolano il comportamento, per cui tutti i rendimenti fatti registrare nel corso degli ultimi mesi sarebbero stati il prodotto di una crescita “gonfiata”, alla quale non avrebbe corrisposto un effettivo sviluppo economico. Ecco quindi che il crollo estivo dei mercati asiatici, spinti in primo luogo dal ribasso finanziario cinese, avrebbero provocato un fisiologico ridimensionamento delle quotazioni azionarie nel resto del mondo ed in Europa. Una dimostrazione concreta di questo fenomeno è data ad esempio dalle quotazioni dell’indice Eurostoxx50, il paniere che comprende le società europee più autorevoli quotate nei vari mercati finanziari del vecchio continente, comprese le più importanti realtà bancarie e produttive del nostro paese: se nel 2015 il valore dell’indice si attestava su un rassicurante 3600 punti, oggi le sue quotazioni sono scese ben al di sotto dei 3000 punti, un livello che rispecchierebbe più fedelmente le prestazioni delle sue componenti.

Nonostante queste ipotesi, è indubbio che, a partire dal nuovo anno, le azioni delle principali società quotate a Piazza Affari, specialmente quelle appartenenti al comparto bancario, abbiano patito delle chiare sofferenze. Considerato tuttavia che l’economia italiana dovrebbe crescere, seppur moderatamente, nel corso dei prossimi mesi, ci si aspetta un superamento graduale della quota dei 18000 punti da parte del FTSE MIB, con un possibile riavvicinamento a quota 20 mila in caso di risoluzione delle trattative dei produttori di greggio ed una stabilizzazione della situazione dei principali gruppi bancari italiani.

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