Commedia anni ‘70: le icone sexy e il processo di rivalutazione avvenuto negli anni ‘90

Commedia anni ‘70: le icone sexy e il processo di rivalutazione avvenuto negli anni ‘90

C’era un tempo in cui Internet non esisteva neppure nella mente degli scrittori di fantascienza, dove la televisione era considerato un bene di lusso, presente in pochi nuclei famigliari, e la cui visione avveniva, prevalentemente, nei bar o nei luoghi aggregativi dei quartieri delle grandi città o dei piccoli paesi della provincia italiana.

Stiamo parlando degli anni ‘70, decennio in cui l’Italia, ad onor del vero, viveva un periodo particolarmente complesso della propria esistenza, con il continuo ripetersi di eventi terroristici che non consentivano di vivere la quotidianità con quella leggerezza e spensieratezza che, viceversa, caratterizzò gli anni ‘80, non casualmente definiti come il “decennio del disimpegno”.

Il “coming out” di Quentin Tarantino cambiò il giudizio della critica

In quel periodo, però, si scrivevano alcune pagine del grande schermo che, volente o nolente, sarebbero diventate storia del nostro patrimonio cinematografico. Stiamo parlando della commedia sexy all’italiana, un genere diventato di culto anche per i critici del settore attorno a metà degli anni ‘90, quando un genio del cinema come Quentin Tarantino, reduce dal successo mondiale di “Pulp Fiction”, dichiarò apertamente il proprio amore per quelle pellicole.

Una rivisitazione in chiave positiva dopo svariati anni di critiche, talvolta assai aspre, elargite dagli esperti del settore, al punto che il genere veniva etichettato di “Serie B” nonostante la presenza di alcuni grandissimi attori come il compianto Renzo Montagnani o il celebratissimo Lino Banfi, citando solo due dei tanti nomi che si potrebbero fare.

È fuor di dubbio, tuttavia, che il successo fu decretato dalla presenza di donne dal fascino smisurato, condito da una bellezza naturale, talvolta verace ma autentica, ai quali si abbinava un sexy appeal vellutato e mai volgare. E a quei tempi, in cui non c’era la possibilità di connettersi in rete e visionare una lista delle escort a Torino o a Milano per realizzare concretamente i propri desideri, le bellezze di quei film animavano i sogni degli uomini italiani.

La Regina della commedia sexy all’italiana, nonostante la provenienza d’Oltralpe, è sempre stata identificata in Edwige Fenech, donna dal fascino e dall’eleganza rare, che è riuscita, più di qualsiasi altra, a far breccia nel cuore degli italiani. L’attrice francese riusciva ad intrigare gli spettatori solo con un’occhiata apparentemente innocente o anche un semplice battito di ciglia, che riuscivano a mettere in risalto uno sguardo dolce e seducente al tempo stesso, ideale preludio al momento “topico” della doccia.

Lo sguardo della Fenech, la malizia della Guida e il lato B della Cassini

Sono state parecchie le docce di un’altra grande icona di quel genere: Gloria Guida. Splendida ancora ai giorni d’oggi, nonostante i 65 anni da poco compiuti, l’attrice di origini altoatesine era un prototipo di bellezza agli antipodi rispetto alla Fenech, quest’ultima, nonostante la provenienza francese, paradossalmente più vicina all’ideale della bellezza italica, mora e con le curve ai punti giusti.

Il fascino di Gloria Guida, bionda, occhi chiari, fisico asciutto ed atletico, si contrapponeva idealmente a quello dell’attrice francese, creando una sorta di rivalità tra le due, perlomeno nel cuore degli italiani. Le due attrici, pur non avendo mai lavorato insieme, si sono sempre vicendevolmente stimate, nonostante non si sia mai creato un rapporto di amicizia, complice anche il mancato incontro sul set cinematografico.

Un’altra attrice che fece sognare gli italiani fu, senza alcun dubbio, Nadia Cassini, statunitense che trovò l’America nel nostro paese. Il successo della Cassini fu travolgente, grazie, in particolar modo, ad una parte anatomica del proprio corpo. Un episodio, meglio di qualunque altro, riesce ad identificare quanto fosse venerato il lato B dell’attrice che fece sognare nel ruolo della dottoressa o dell’assistente sociale.

A raccontarlo, qualche anno fa, fu Lino Banfi, partner cinematografico in più di una pellicola della stessa Cassini: “Mi trovavo in aeroporto, erano i primi anni ‘80. Ad un certo punto mi venne incontro una persona, che mi prese la mano e me la baciò, compiendo un gesto quasi di reverenza nei miei confronti. Alla mia domanda di chiarimenti, la sua risposta fu: queste mani hanno toccato le chiappe della Cassini”.

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